Scusate ma qualcuno sa se dentro la vecchia funivia Indren si riesce a dormire?
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ALAGNA Vecchia funivia Punta Indren
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lucapp cosa intendi esattamente con "dormire dentro la vecchia funivia Indren"? Se ti riferisci al rifugio/ristoro che si trovava nella stazione di monte, temo che sia stato chiuso quando hanno dismesso la funivia (in ogni caso, non so nemmeno se ai tempi ci fossero dei posti letto là sopra!). Se invece ti riferisci alla stazione di partenza giù a Bocchetta delle Pisse, la questione dovrebbe essere la stessa.
Se invece, per qualsiasi ragione, ti stessi riferendo ai due primi tronconi Alagna-Zar Oltu-Bocchetta delle Pisse, sappi che sono già stati completamente smantellati da quasi 20 anni, ormai
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Io so di gente che ha dormito accampata nel vecchio ristorante della stazione di Indren dopo la dismissione (non ha mai fatto servizio rifugio). Mi dicono anche che c'era parecchia gente. Descrizione: "sembrava di stare a Beirut".
Ovviamente abusivamente.
A me non invoglierebbe particolarmente.
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Situazione di oggi:
A quanto pare qualcosa si è mosso...
Come si può notare sono sparite alcune cose, fra cui: la cabina nella fossa della stazione a Bocchetta, la stazione della teleferica e il primo sostegno (forse anche gli altri, ma le nuvole basse mi hanno impedito di verificare). Oltre a ciò, si nota come lo stabile sia in condizioni sempre più tristi, probabilmente anche a seguito degli ultimi interventi di demolizione (è buffo notare come la porta di entrata sia ancora chiusa a chiave, ma manchi completamente il muro retrostante).
Chissà come si evolverà Bocchetta nei prossimi anni, io sono molto curioso!
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squallido lasciare tutti questi ruderi in un ambiente meraviglioso come questo: le leggi dovrebbero essere chiare, alla fine della vita tecnica di un impianto il costruttore deve prevedere a demolire e ripulire tutto, obbligatoriamente, senza se e senza ma: queste immagini fanno male la cuore di ogni appassionato di montagna
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è una roba pazzesca...ruderi ovunque sulle nostre montagne. A Cervinia, non ne parliamo...ma la situazione è così in moltissimi altri luoghi. Queste foto sono l'ennesima dimostrazione che in Italia non rispettiamo la natura, l'ambiente, il paesaggio. E non c'è bisogno di scomodare gli ambientalisti.
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Buongiorno a tutti. Complimenti per le foto. Anche quelle di pag.5 e del video dei 2 sciatori che entrano in stazione a monte nel 2014... che belle le tome.
Belli alcuni commenti del imbarco inclinato e delle risposte.
Me la ricordo... e che triste vedere le cose finire così però.
Ma nessuno ha foto delle dismissioni in corso d'opera??
La cabina a monte che fine ha fatto?
Quanto tempo è passato me la ricordo nel 1999.
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Per quanto riguarda le demolizioni effettuate nel 2000, alealeale , qui trovi qualche foto:
https://www.bertinicostruzioni.it/re...lta-quota.html
Non ho alcuna immagine riguardante le ultime demolizioni effettuate a Bocchetta (taglio delle funi, rimozione sostegni...), ma sarei curioso anch'io di vederle.
Ieri mi sono dimenticato di aggiungere quest'immagine:
Anche a Bocchetta sono rimaste sulle tome almeno 3/4 giri di fune, e probabilmente tanti altri giri di scorta.
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alealeale eh sì, si vedono facilmente dalle finestre a 2m da terra, che danno verso Pianalunga.
Se vai a vedere la monografia su questo tronco, trovi molte altre foto degli interni.
Per quanto riguarda la funicolare di Campodolcino, il topic si trova qui:
https://www.funiforum.org/funiforum/node/1896
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Ero di passaggio a Bocchetta il 25 settembre 2021, posso confermare che la cabina del terzo tronco non è stata portata via ma è appoggiata sul fondo della fossa sinistra, con la sospensione smontata e posta dietro di lei.
Il portone in legno verso monte ha qualche fessura e si vedeva attraverso, purtroppo non sono riuscito a fare foto di questo particolare.
Tra le varie cose abbandonate per terra nei dintorni mi è caduta l'attenzione su questo, che sembra un vecchio biglietto sbiadito:
Da esso sembra di capire che le corse fossero numerate, con un display da qualche parte per indicarle, e che occorresse prenotarsi per una corsa specifica.
Io non ho mai avuto la fortuna di prendere la storica funivia, e nella monografia non ho notato indicatori numerati: qualcuno ha più informazioni?
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Nei tempi d'oro c'erano code epiche, quindi insieme al biglietto si riceveva il biglietto col numero della corsa. Ogni corsa Alagna - Zar Oltu era di 15 minuti, quindi la 19 fate voi... a Zar Oltu si cambiava cabina. Il cinema era alla Bocchetta perché la cabina per Indren non era più sincronizzata, richiedeva 20 minuti e nonostante portasse 30 persone (rispetto alle 25 delle prime 2 tratte) altra coda (anche perché faceva ricircolo sulla Balma).
In quegli anni infatti abbiamo scoperto lo sci di fondo
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A me sembrava una genialata. Anche perché altre funivie, tipo Courmayeur, non avevano questo stratagemma e c era comunque la coda.il vantaggio ad Alagna era che, comprato lo skipass, sapevi a che ora saresti salito e perciò potevi fare colazione.
A bocchetta la coda era notevole, se non sbaglio c era anche una scalinata da fare, percio le 2 funivie non erano sullo stesso piano. Perciò coda è anche scomoda. Ma in più c era la seggiovia, che però arrivava qualche metro più in basso, perciò, se dopo un giro in seggiovia volevi salire a indren, dove scarpinare un po'.
Curiosità :ma l altra cabina di indren è in cima a indren?
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Grazie per le informazioni, non avevo mai visto una funivia dove davano un preciso scaglione di tempo per la salita.
C'era un display per indicare la corsa o annunciavano a voce?
Flober Da quello che ho visto girando intorno alla stazione, trascurando il fatto che il piano d'imbarco del 2° tronco è gradonato e quello del 3° è una rampa inclinata, i due sono alla stessa altezza (linea verde).
Per chi arrivava invece dalla cestovia della Balma o dalla seggiovia da Pianalunga (linea azzurra) ci sarà sicuramente stato da attraversare la stazione e poi salire di un piano con una scala (freccia presunto ingresso) immagino faticoso con sci e scarponi:
La gradinata in primo piano è a un livello sotto il piano di imbarco della seggiovia, quindi non credo fosse normalmente interessata da passaggio sciatori.
Vista da monte:
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La seggiovia non arrivava dove arriva adesso. Era un po' più in basso e la scalinata era all esterno. Invece dalla balma l acceso era come indicato in foto. Almeno così mi ricordo.
Il numero della corsa compariva su un oscermo, ma schermo di una volta è non dicitale, quello dove si vedono ruotare i numeri. Se non sbaglio i numeri non erano proprio progressivi ma si riusciva a capire dopo quanto si poteva salire.
La cabina di indren lassù l unico suo futuro potrebbe essere un restauro, se tutto il complesso venisse trasformato in rifugio.
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Anche a Macugnaga negli anni '70 era necessario avere il numero (un quadratino di cartone colorato con il numero della corsa, chiamata a voce con altoparlante portatile da corteo) per salire con la funivia dell'alpe Bill, nei periodi di punta come Natale e Carnevale. I numeri venivano distribuiti con l'acquisto del biglietto o la sera prima dopo la chiusura. Fino alle 12 si poteva salire solo una volta, anche se la pista per scendere c'era... Inutile dire che chi arrivava in giornata difficilmente saliva prima delle 11, e finiti i numeri vendevano solo il pomeridiano. Le scuole di sci avevano la loro dotazione di numeri per far salire gli allievi all'ora giusta. Inutile dire che sul secondo tronco, con due piste di riciclo, si ammassavano tutti ed era normale farsi anche più di un'ora di coda (precedenza ai maestri di sci con gli allievi). Ma erano tempi dove 15-20 minuti di coda agli skilift erano normali e farsi 10 discese in una giornata era già un record...
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Nel 90 sono andato a courma, non mi ricordo quanto costava ma forse 50 mila lire non bastavano (e quando con 20000 sciavi al frais, percio presto fatto la proporzione), giornaliero acquistato alle 9,sulle piste alle 11.stessa cosa ad alagna(si pagava già per il monterosa ma si sciava solo ad Alagna). Perciò già una volta a sciare era caro, ma le codenon davano cosi fastidio.
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Non sono d'accordo. Ci stressavamo anche una volta, e la mia famiglia negli anni fine '80 primi '90 si é data al fondo per questo. Poi le pelli di foca hanno fatto il resto.
poi le discoteche hanno risolto le code (cit. Ex direttore funivie Mera).
solo che quando ricordiamo "i bei vecchi tempi" sono - appunto - belli.
più o meno é come quando i nostalgici parlano dei treni in orario negli anni del regime (cosa notoriamente falsa)
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Una bacheca "Il Bello di Alagna" attende il visitatore, dopo aver completato il la salita in cabinovia fino a Pianalunga. Guardo il bello intorno a me...
"Anche noi possiamo fare Alto Adige e il Trentino" esclama il giovane bacino per l'innevamento artificiale:
Con gratitudine, lascio il "Bello di Alagna" alle spalle, e proseguo a piedi alle Bocchette delle Pisse, alla stazione intermedia della funivia, punto di sosta e di trasferimento di ogni freerider d'atri tempi, a quota 2400m. Ditemi, chi di voi non ha vissuto il tempo di allora, ante 2007?
Noto che non c'è più la minima traccia della seggiovia Mullero.
Dal 2007 la funivia per 30+1 persone è chiusa, da ormai 14 anni gli imponenti edifici in cemento con le loro strutture d'acciaio in arancione antiruggine provano difficoltà nel sapere cosa dovrebbero rappresentare ai nostri giorni. Qual è il loro ruolo oggi? Vogliono raccontare la loro storia, nobilmente e saggiamente come hanno fatto fin dall'inizio:
Il proprietario degli estesi ex-impianti minerari di fronte ad Alagna, l'ingegner Giorgio Rolandi di Milano, inaugurò la funivia in tre tronchi fino a 3250 m ormai 56 anni fa, fù il giorno della festa dei lavoratori, il 1° maggio 1965. L'esperienza e i principi dei minatori sono ancora ben serviti dall'infrastruttura che rimane oggi: una costruzione estremamente robusta e assolutamente chiara, sia dal punto di vista tecnico che estetico, intessuta di un ingegno riflessivo che raramente si trova altrove.
Ma voi stessi sapete già tutto questo. Per coloro che sono sempre stati curiosi di sapere cosa c'era dietro le poco mansuete sbarre, dietro i rivestimenti di legno, dietro i numerosi corridoi e porte, vie lascio un piacevole scorrimento della galleria fotografica sottostante. Forse qualche ricorso spunta? Fuoripista, funivia e cestovia: A Alagna quelle tre cose sembravano appartenersi inseparabilmente:
Dopotutto, chi non l'ha memorizzato, l'alto sfondo del massiccio del Monte Rosa con di fronte il Piramide Vincent. E l'incredibile varietà di discese, che si estendevano attraverso innumerevoli configurazioni di dossi e valli, con i quasi 2000 metri di dislivello che non erano affatto un dolce regalo, ma bisognava meritarseli.
Una o due discese del genere al giorno - ed era abbastanza per rendere felice lo sciatore desiderato. Grazie a tale fatto, la bassa capacità di trasporto della funivia infine era pienamente sufficiente, prima che tutto diventasse "Bello". Due giri al giorno bastavano.
Così, scrollate, gente, scrollate.... attraverso il frastuono del grande generatore Iveco (sembra quasi nuovo, tra l'altro) che vi accompagnava durante la attese nella coda a volte prolungata nel piano di attesa. Le enormi finestre che guardano all'indietro nel grande panorama delle montagne. Il sollievo non appena "finalmente" 30 sciatori sono stati autorizzati a fluire nella cabina giunta. Il "bip" ogni volta che passavano attraverso il tornello. La tensione se il tornello si sarebbe chiuso proprio davanti a me. I gruppi si tagliavano. Il promemoria del vetturino di togliere i zaini all'interno della cabina ...
Si parte:
Last edited by krisu; 30-01-2022, 11:36.
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krisu potresti caricarle anche qui come backup in caso Postimage in futuro faccia la fine di **********?
https://www.funivie.org/funigallery/...php?album=1680 grazie
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Non lodatemi troppo, l'espressione del bello emerge da quello che è. Forse avevo la fortuna di potermi passeggiare in quei luoghi pieni di storia e vita d'altri tempi, ma infine non ho creato nulla. L'idea che sempre di più mi convince è che voglio evidenziare quanto ogni sistema tecnico è creato dall'uomo, quanto poi i sistemi tecnici formano il mondo intorno all'uomo. Che sia l'ingegnere che concepisce "a suo modo" il banco di manovra, oppure il macchinista che pur lavorando in un contesto strettamente dettato da norme e logica, infine anche trovo modo ad adattare l'ambiente tecnico intorno a se. Saranno dettagli, ma che tutto sommato distinguono un posto di lavoro che lascia spazio all'essere umano, da quello di una antisettica sala operatoria ipertecnologia.
"Sistemi Tecnologici" sono quelli che si imparano all'università. Quelli che poi si riscontrano nella realtà invece sono -e insisto- "Sistemi Socio-Tecnologici".
:-)
I capitoli sarebbero 5 per la verità:
0/ le miniere di Alagna
1/ il complesso funiviario a Bocchette delle Pisse
2/ la grande torre campanile in cemento armato
3/ la sciovia Bors
4/ la stazione funiviaria a Punta Indren
Lasciatemi qualche tempo, troppe altre cose riempono il backlog del vecchio Kris!
BUBUm, ti ho ridato 10 anni di vita, chiedo scusa per l'errore ;-)
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Ha chiuso un sacco di anni prima che facessero la 2 clf, tanto la pista la potevi fare comunque andando fino a zar oltu.
terminava molto più a sinistre guardando a monte, sotto la stazione della funivia, a cui era collegata da un tunnel di lamiera che non so cosa contenesse (non ci si passava, si scendeva sulla destra, sotto le fosse della funivia).
si andava sci ai piedi (senza poggiasci)
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La monoposto è stata demolita dopo la costruzione della seggiovia biposto, come si nota da questa foto della demolizione
https://www.bertinicostruzioni.it/re...lta-quota.html
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La seggiovia biposto fu costruita insieme alla cabinovia Alagna-Pianalunga nel 2000, per connetterla con Bocchette delle Pisse. La seggiovia biposto si era resa necessaria dato che la storica funivia era stata abbattuta, e la seggiovia monoposto partiva ben più in alto, se non erro dove ora vi è il bacino per l'innevamento artificiale.
Non so esattamente quando fu rimossa, forse in ambito della costruzione del bacino. Curiosamente è stata rimossa fino all'ultimo sassolino, impossibile trovare fondazioni di plinti o altro, non rimane assolutamente niente. Caso raro.
Durante un'escursione in settembre 2004 la vistai, era sempre li, con il suo tunnel in legno sospeso, che connetteva la stazione della seggiovia con quella della funivia, passando attraverso la fossa (unicamente per gli addetti della seggiovia?).
Last edited by krisu; 31-01-2022, 23:36.
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Ringrazio anche io Krisu per il preziosissimo reportage e poi tutti gli altri utenti di questo meraviglioso Forum che hanno animato e animano tutt'ora questa discussione che, nonostante sia riferita ad un impianto in disuso da oltre 3 lustri, suscita costante interesse tra gli appassionati e non.
Resto dunque in attesa dei capitoli successivi; queste foto eccezionali testimoniano ancor di più a mio parere quanto la funivia dell'Indren deve aver rappresentato nell'epoca in cui è stata concepita e realizzata: le dimensioni, l'imponenza e la robustezza delle stazioni, l'estensione della linea, il dislivello complessivo .. Un impianto pazzesco, calcolato e costruito a mano e con l'ausilio di tecnologie che oggi forse scoraggerebbero realizzazioni di analoga gravosità.
Sarebbe pertanto auspicabile un restauro della stazione a monte a scopo museale, che sarebbe oltretutto arricchita dalla presenza della cabina che se non erro, mi sembra sia stata ancorata e quindi tenuta sospesa nella sua posizione originale (una pavimentazione in vetro a chiusura della fosse consentirebbe ai visitatori di avvicinarsi e di osservare il panorama da un punto di vista incredibile e in assoluta sicurezza).
L'apertura poi di un rifugio nei locali del vecchio ristorante self service aggiungerebbe un ulteriore utilità alla conservazione dell'intero complesso a Punta Indren; una memora storica di quello che fu lo sviluppo turistico dello sci sul Monte Rosa e del genio ingegneristico di quell'epoca.
Cosa ne pensate?
Ciao e grazie,
Michelangelo
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Che se non hanno neanche fatto un bar o in chiosco di hot dog al comodo arrivo del funifor figuriamoci se fanno un locale in un rudere da raggiungere a piedi sul ghiaione di un ex ghiacciaio.
Corrente elettrica?
Acqua corrente?
Scarichi?
Norme antiincendio?
Solo per citare le prime cose che mi vengono in mente...
Approvvigionamenti? In elicottero? Sbattimenti chevuno affronta per un rifugio che ha senso in ottica alpinistica, dove ti chiedono 70 euro di mezza pensione.
L'ultimo tentativo eroico di albergo d'alta quota é stato il Guglielmina.
Sogno letteralmente andato in fumo, e nessuno ha mai più preso in mano il bellissimo rifugio (ex albergo) città di Vigevano li vicino.
A parte noi, a quanta gente interessa vedere una brutta vecchia cabina Lovisolo?
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