^ È un po' complicato. Riporto di seguito le linee guida seguite finora:
LE STAZIONI SCIISTICHE D’UNA VOLTA – I COMPRENSORI SPARITI
I criteri per l'elencazione dei comprensori spariti, per quanto rigidi li si vogliano stabilire, lasceranno sempre molto spazio all'interpretazione e, pertanto, la lista risultante non sarà mai obiettiva al cento per cento, ma conterrà inevitabilmente delle zone grigie che accontenteranno gli uni e deluderanno altri. Occorre, quindi, soprattutto tenere presente che l'elenco in questione è stato fatto più "a sensazione" che in base a criteri scientifici e non c'è da meravigliarsi se farà storcere qualche naso.
Questi i criteri utilizzati per la compilazione dell’elenco:
a) La lista include località sciistiche che avevano almeno un impianto di risalita (anche una sola sciovia o manovia magari autocostruita!); i tapis roulants NON sono considerati impianti di risalita (quindi ad es. Artavaggio rientra nella lista malgrado i vari tappeti in attività);
b) Le parti dismesse di comprensori sciistici tuttora esistenti (es. il Cros a Limone, Campolino e Le Motte all'Abetone, Staunies e Mietres a Cortina, il Furggen a Cervinia, ecc.) NON sono prese in considerazione, in quanto le località di cui facevano parte sono ancora funzionanti;
c) Gli impianti staccati dal comprensorio principale ma che tuttavia rientrano "a grandi linee" in una stazione ancora esistente NON sono catalogati. Le sciovie della Secchia e dell'Alpino all'Abetone, ad esempio, per quanto isolate non erano che dei piccoli satelliti della località madre. Viceversa (vedi punto a), sono considerate come "località sciistiche" a se stanti le singole sciovie che non hanno mai gravitato attorno a un autentico comprensorio "centrale", ma hanno sempre vissuto di vita propria (come i vari Piandelagotti, Frassinoro, ecc.);
d) Figurano nell’elenco anche quelle stazioni sciistiche solo “apparentemente” dismesse, vale a dire quelle stazioni “sostituite” da nuovi ed analoghi comprensori sorti nelle loro immediate vicinanze (es. La Burraia/Campigna Monte Gabrendo si trova nella lista malgrado sia stata "sostituita" da Campigna Monte Falco a pochi chilometri di distanza);
e) Figurano nell’elenco anche le ex-stazioni sciistiche in cui sono ancora in funzione impianti di risalita tuttavia non più utilizzati per la pratica dello sci (es. Lagdei Lago Santo);
f) Le località chiuse solo temporaneamente per cause contingenti (es. quelle marchigiane e abruzzesi a causa del terremoto), ma di cui si prospetta la riapertura, NON sono in genere prese in considerazione (es. il versante marchigiano di Forca Canapine non è in lista, mentre lo è il versante umbro in quanto definitivamente dismesso);
g) Le località la cui esistenza non è comprovata con sicurezza sono indicate in corsivo.
Per finire, è tutt'altro che impossibile che l'elenco sia viziato da incongruenze (es. Monesi è in lista benché sarebbe pronta a riaprire: non può farlo a causa di una frana, una situazione analoga a quella delle località abruzzesi terremotate che invece non sono state catalogate). Su alcune stazioni vi sono notizie contrastanti circa le aperture o dismissioni.
LE STAZIONI SCIISTICHE D’UNA VOLTA – I COMPRENSORI SPARITI
I criteri per l'elencazione dei comprensori spariti, per quanto rigidi li si vogliano stabilire, lasceranno sempre molto spazio all'interpretazione e, pertanto, la lista risultante non sarà mai obiettiva al cento per cento, ma conterrà inevitabilmente delle zone grigie che accontenteranno gli uni e deluderanno altri. Occorre, quindi, soprattutto tenere presente che l'elenco in questione è stato fatto più "a sensazione" che in base a criteri scientifici e non c'è da meravigliarsi se farà storcere qualche naso.
Questi i criteri utilizzati per la compilazione dell’elenco:
a) La lista include località sciistiche che avevano almeno un impianto di risalita (anche una sola sciovia o manovia magari autocostruita!); i tapis roulants NON sono considerati impianti di risalita (quindi ad es. Artavaggio rientra nella lista malgrado i vari tappeti in attività);
b) Le parti dismesse di comprensori sciistici tuttora esistenti (es. il Cros a Limone, Campolino e Le Motte all'Abetone, Staunies e Mietres a Cortina, il Furggen a Cervinia, ecc.) NON sono prese in considerazione, in quanto le località di cui facevano parte sono ancora funzionanti;
c) Gli impianti staccati dal comprensorio principale ma che tuttavia rientrano "a grandi linee" in una stazione ancora esistente NON sono catalogati. Le sciovie della Secchia e dell'Alpino all'Abetone, ad esempio, per quanto isolate non erano che dei piccoli satelliti della località madre. Viceversa (vedi punto a), sono considerate come "località sciistiche" a se stanti le singole sciovie che non hanno mai gravitato attorno a un autentico comprensorio "centrale", ma hanno sempre vissuto di vita propria (come i vari Piandelagotti, Frassinoro, ecc.);
d) Figurano nell’elenco anche quelle stazioni sciistiche solo “apparentemente” dismesse, vale a dire quelle stazioni “sostituite” da nuovi ed analoghi comprensori sorti nelle loro immediate vicinanze (es. La Burraia/Campigna Monte Gabrendo si trova nella lista malgrado sia stata "sostituita" da Campigna Monte Falco a pochi chilometri di distanza);
e) Figurano nell’elenco anche le ex-stazioni sciistiche in cui sono ancora in funzione impianti di risalita tuttavia non più utilizzati per la pratica dello sci (es. Lagdei Lago Santo);
f) Le località chiuse solo temporaneamente per cause contingenti (es. quelle marchigiane e abruzzesi a causa del terremoto), ma di cui si prospetta la riapertura, NON sono in genere prese in considerazione (es. il versante marchigiano di Forca Canapine non è in lista, mentre lo è il versante umbro in quanto definitivamente dismesso);
g) Le località la cui esistenza non è comprovata con sicurezza sono indicate in corsivo.
Per finire, è tutt'altro che impossibile che l'elenco sia viziato da incongruenze (es. Monesi è in lista benché sarebbe pronta a riaprire: non può farlo a causa di una frana, una situazione analoga a quella delle località abruzzesi terremotate che invece non sono state catalogate). Su alcune stazioni vi sono notizie contrastanti circa le aperture o dismissioni.
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