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ALAGNA Vecchia funivia Punta Indren

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  • Ami
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    Viviamo una montagna dove sono state tolte corde fisse o catene dove c'erano da sempre, perché se un ancoraggio si stacca "é colpa di chi l'ha messo".

    Non fatico a immaginare la situazione di un pistolino che scavalca la ringhiera e sale sulla cabina per farsi un selfie.

    Ora, se il rudere é chiuso ancora ancora, ma se il rudere viene "messo in sicurezza" (da chi? Con che soldi? Certificato da chi? Chi fa manutenzione periodica?) non vorrei essere il proprietario del rudere (o il sindaco se il proprietario non esiste più).

    Morale: chi mai farebbe un'opera del genere?

    A meno che non rientri come attrazione compresa nella funicard

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  • Flober
    replied
    E le foto anche.al bar c'è n erano appese e immagino anche molta attrezzatura abbandonata di annata che potrebbe esporre

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  • Michelangelo421A BCF
    replied
    Considerato che a monte la cabina è tutt’ora “appesa” in stazione , non dico di ammodernare la struttura creando un museo attrezzato (visto i costi e i potenziali introiti), ma almeno sarebbe bello se si mettesse in sicurezza l’area per quei pochi che passerebbero nei pressi dell’edificio in escursione sull’Indren; un semplice percorso “sicuro” e attrezzato, che attraverserebbe la stazione, arricchito magari da immagini d’epoca.
    U
    na sorta di viaggio nel tempo che riporterebbe alla luce un periodo storico-turistico che la maggior parte della gente non sa nemmeno essere esistito; una testimonianza palpabile di ciò che c'era prima del ritiro del ghiacciaio.
    Dunque solo un recupero conservativo, da preservare per le generazioni future; meglio a mio parere che un rudere abbandonato a se stesso.
    La cabina c’è; è già un punto di partenza !
    Ciao,
    Michelangelo

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  • PIEMONTE_FUNIVIE
    replied
    Questa fu la mia prima Ceretti & Tanfani....
    Sapendo dell'imminente incerto futuro della funivia, nel 2005, a 17 anni, andai a visitare la funivia di Punta Indren. Non avendo ancora la patente e abitando a Milano una mattina presi il pullman e andai ad Alagna. Tramite un giro di amicizie avevo contattato il capo servizio chiedendogli se quel giorno mi potesse far visitare l'impianto e da questa mia visita nacque la MONOGRAFIA che c'è sul nostro sito:
    https://www.funivie.org/web/alagna-f...-punta-indren/

    Posso assicurarvi che il paesaggio circostante e che si vede salendo con la funivia è fantastico fin dal passaggio del primo pilone! Superando il secondo e il terzo ci sono due lunghissime campate che sorvolano i valloni sottostanti e sembra di volare! Salendo, quando si arrivava al terzo pilone (basso e incastonato nella roccia) non mi sarei mai aspettato un altro lungo e fantastico sorvolo! L'arrivo a Indren sembrava ancora lontano!
    Tra i vari impianti che ho preso penso che questo sia stato uno dei più belli a livello di paesaggio (e che nulla ha a che vedere con quelli degli attuali impianti di Alagna).

    Purtroppo le società devono fare i conti con il Dio denaro... Per motivi che tutti sappiamo l'orientamento si è spostato su altri punti più interessanti logisticamente parlando per i collegamenti con le altre località. A indren non c'era corrente (non c'era nemmeno alla partenza a Bocchetta delle Pisse), non c'era l'acqua, la stazione era tutta da rifare, non c'era più lo sci estivo (motivo in più per non tenere in considerazione Indren) ecc. Situazioni che hanno portato all'abbandono di Indren.
    La vecchia stazione, la vecchia cabina, la nostalgia possono piacere a noi appassionati, ma l'utente che viene per qualche giorno di ferie vuole un buon ed adeguato servizio che Indren non poteva dare (negli ani '60 ci si accontentava di tutto).

    Concludo dicendo che la monografia è l'unica cosa che mi resta, purtroppo l'hard disk su cui avevo salvato le foto si è rotto e, errore di gioventù, non avevo una copia. Avevo fatto sicuramente dato qualche CD con le foto (mi viene in mente capo servizio ecc.) ma anche loro non trovano più il CD... un verò peccato, mi sarei stampato volentieri qualche foto.

    Spero di avervi "sbloccato un ricordo" con il link della monografia.

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  • Ami
    replied
    L'alternativa é che sia una cabina fantasma visto che non proietta ombra

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  • Ami
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    Usava.
    come a volte usava ricolorare il cielo cancellando un po' di funi

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  • FuniCampo57
    replied
    Si intende sulla stessa portante. ma si vede palesemente che la cartolina è un fotomontaggio. ne facevano molti su molte funivie di fotomontaggi così

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  • Flober
    replied
    2domande :
    cosa si intende per stesso ramo per la funiviA, 2 cabine sulla stessa linea ecc ecc
    N o n capisco i disegni, riesci ad indicare anche il ramo di salita? Il bors è lo skilift che è stato chiuso per primo ?in che anno? Da che quota partiva?

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  • Danrab
    replied
    Sempre bello vedere immagini dal passato...la seconda cartolina è un fotomontaggio avendo le due cabine sulla stessa linea di sx...ricordo, infatti che l'incrocio a metà strada avveniva tra il sostegno 2 (quello con torre in cls) ed il sostegno 3 in pieno vuoto...la cartolina invece ritrae la zona appena fuori dalla Bocchetta delle Pisse

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  • Ami
    replied
    E nell'ultima si vede la scala sul lato a monte della cabina per imbarco al dente di Bors di cui avevo parlato in passato

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  • Ami
    replied
    Interessante la prima, sembra non esserci ancora lo skilift Indren. Almeno io non lo vedo...

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  • Ceretti&Tanfani
    replied
    Qualche Rara Foto:

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  • Flober
    replied
    Ovviamente non si puo solo lasciare la vecchia cabina e la stazione,perché a ciò sono veramente pochi gli interessati.
    Ma inserire una passeggiata sul ghiacciaio guidata e accessibile a tutti potrebbe interessare a molti. Evidenziare ritiro dei ghiacciai che qui si puo toccare veramente con mano.
    e poi lo sci autunnale. L importante è soddisfare più palati e non solo uno

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  • Paolo
    replied
    A nessuno; al Monte Bianco la gente ci va solo perché parte del complesso di visita di tutta la stazione intermedia, ma si tratta di una stazione completamente ristrutturata come nuova, e non ci va sicuramente per vedere la vecchia stazione, anzi la maggior parte della gente non sa neanche cosa sia quell'argano che trovano al centro della stanza.

    Rimaniamo con i piedi per terra valutando costi e potenziali introiti....

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  • Ami
    replied
    Che se non hanno neanche fatto un bar o in chiosco di hot dog al comodo arrivo del funifor figuriamoci se fanno un locale in un rudere da raggiungere a piedi sul ghiaione di un ex ghiacciaio.

    Corrente elettrica?
    Acqua corrente?
    Scarichi?
    Norme antiincendio?

    Solo per citare le prime cose che mi vengono in mente...

    Approvvigionamenti? In elicottero? Sbattimenti chevuno affronta per un rifugio che ha senso in ottica alpinistica, dove ti chiedono 70 euro di mezza pensione.

    L'ultimo tentativo eroico di albergo d'alta quota é stato il Guglielmina.
    Sogno letteralmente andato in fumo, e nessuno ha mai più preso in mano il bellissimo rifugio (ex albergo) città di Vigevano li vicino.

    A parte noi, a quanta gente interessa vedere una brutta vecchia cabina Lovisolo?

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  • Michelangelo421A BCF
    replied
    Ringrazio anche io Krisu per il preziosissimo reportage e poi tutti gli altri utenti di questo meraviglioso Forum che hanno animato e animano tutt'ora questa discussione che, nonostante sia riferita ad un impianto in disuso da oltre 3 lustri, suscita costante interesse tra gli appassionati e non.

    Resto dunque in attesa dei capitoli successivi; queste foto eccezionali testimoniano ancor di più a mio parere quanto la funivia dell'Indren deve aver rappresentato nell'epoca in cui è stata concepita e realizzata: le dimensioni, l'imponenza e la robustezza delle stazioni, l'estensione della linea, il dislivello complessivo .. Un impianto pazzesco, calcolato e costruito a mano e con l'ausilio di tecnologie che oggi forse scoraggerebbero realizzazioni di analoga gravosità.

    Sarebbe pertanto auspicabile un restauro della stazione a monte a scopo museale, che sarebbe oltretutto arricchita dalla presenza della cabina che se non erro, mi sembra sia stata ancorata e quindi tenuta sospesa nella sua posizione originale (una pavimentazione in vetro a chiusura della fosse consentirebbe ai visitatori di avvicinarsi e di osservare il panorama da un punto di vista incredibile e in assoluta sicurezza).
    L'apertura poi di un rifugio nei locali del vecchio ristorante self service aggiungerebbe un ulteriore utilità alla conservazione dell'intero complesso a Punta Indren; una memora storica di quello che fu lo sviluppo turistico dello sci sul Monte Rosa e del genio ingegneristico di quell'epoca.
    Cosa ne pensate?

    Ciao e grazie,
    Michelangelo

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  • alealeale
    replied
    Belle le foto. Complimenti agli autori e soprattutto il fatto che siano state conservate. Oggi tra disco fisso dei pc, archivi in solaio o nelle cantine, molto spesso si perdono cose preziose.

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  • Michele L
    replied
    Alcune vecchie foto trovate in rete:



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  • Ami
    replied
    Secondo me si scalettava

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  • Flober
    replied
    Io non mi ricordo come si riusciva ad andare dalla Mullero 1 posto alla funivia per indren

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  • marcol200
    replied
    che reperti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    belle foto grazie.

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  • krisu
    replied
    La seggiovia biposto fu costruita insieme alla cabinovia Alagna-Pianalunga nel 2000, per connetterla con Bocchette delle Pisse. La seggiovia biposto si era resa necessaria dato che la storica funivia era stata abbattuta, e la seggiovia monoposto partiva ben più in alto, se non erro dove ora vi è il bacino per l'innevamento artificiale.

    Non so esattamente quando fu rimossa, forse in ambito della costruzione del bacino. Curiosamente è stata rimossa fino all'ultimo sassolino, impossibile trovare fondazioni di plinti o altro, non rimane assolutamente niente. Caso raro.



    Durante un'escursione in settembre 2004 la vistai, era sempre li, con il suo tunnel in legno sospeso, che connetteva la stazione della seggiovia con quella della funivia, passando attraverso la fossa (unicamente per gli addetti della seggiovia?).





    Last edited by krisu; 31-01-2022, 23:36.

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  • ALBERTO
    replied
    La monoposto è stata demolita dopo la costruzione della seggiovia biposto, come si nota da questa foto della demolizione

    https://www.bertinicostruzioni.it/re...lta-quota.html

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  • Flober
    replied
    Nel 95 era ancora in piedi questa seggiovia?

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  • Ami
    replied
    Ha chiuso un sacco di anni prima che facessero la 2 clf, tanto la pista la potevi fare comunque andando fino a zar oltu.
    terminava molto più a sinistre guardando a monte, sotto la stazione della funivia, a cui era collegata da un tunnel di lamiera che non so cosa contenesse (non ci si passava, si scendeva sulla destra, sotto le fosse della funivia).
    si andava sci ai piedi (senza poggiasci)

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  • Flober
    replied
    La vecchia monoposto fino a quando funzionava e si andava con sci ai piedi?
    Terminava dove adesso si arriva con la 2 posti o più a sinistra o dentro il caseggiato della funivia?

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  • Ami
    replied
    krisu della sciovia Bors c'è rimasto quasi nulla: la ruota motrice sull'edificio dell'arrivo della funivia a Indren e la ruota di rinvio alla forcella di Bors

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  • Ami
    replied
    La cestovia della Balma l'ultima volta che l'ho vista sembrava pronta per essere riavviata.
    credo Krisu intenda nessuna traccia della vecchia seggiovia monoposto Pian Mullero, quella l'avevano smantellata completamente quando hanno fatto la 2clf attuale

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  • Flober
    replied
    krisu, tra una foto e un altra, hai, scritto <noto che non c è più la minima traccia della seggiovia Mullero>, in che senso?
    Ma della balma ci sono ancora sia i pali sia i secchi fermi in magazzino?

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  • krisu
    replied
    Non lodatemi troppo, l'espressione del bello emerge da quello che è. Forse avevo la fortuna di potermi passeggiare in quei luoghi pieni di storia e vita d'altri tempi, ma infine non ho creato nulla. L'idea che sempre di più mi convince è che voglio evidenziare quanto ogni sistema tecnico è creato dall'uomo, quanto poi i sistemi tecnici formano il mondo intorno all'uomo. Che sia l'ingegnere che concepisce "a suo modo" il banco di manovra, oppure il macchinista che pur lavorando in un contesto strettamente dettato da norme e logica, infine anche trovo modo ad adattare l'ambiente tecnico intorno a se. Saranno dettagli, ma che tutto sommato distinguono un posto di lavoro che lascia spazio all'essere umano, da quello di una antisettica sala operatoria ipertecnologia.
    "Sistemi Tecnologici" sono quelli che si imparano all'università. Quelli che poi si riscontrano nella realtà invece sono -e insisto- "Sistemi Socio-Tecnologici".
    :-)

    I capitoli sarebbero 5 per la verità:

    0/ le miniere di Alagna
    1/ il complesso funiviario a Bocchette delle Pisse
    2/ la grande torre campanile in cemento armato
    3/ la sciovia Bors
    4/ la stazione funiviaria a Punta Indren

    Lasciatemi qualche tempo, troppe altre cose riempono il backlog del vecchio Kris!

    BUBUm, ti ho ridato 10 anni di vita, chiedo scusa per l'errore ;-)

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  • FE
    replied
    Grazie!!! con tanta nostalgia.

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  • Michele L
    replied
    Foto spettacolari!

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  • BUBUm
    replied
    "...ormai 66 anni fa, il giorno della festa dei lavoratori il 1° maggio 1965." sentitamente offeso ero nato 10 giorni prima .
    immagini stupende e ricordi della mia vita da sciatore.

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  • Ami
    replied
    Foto di Krisu patrimonio unesco

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  • Paolo
    replied
    krisu potresti caricarle anche qui come backup in caso Postimage in futuro faccia la fine di **********?
    https://www.funivie.org/funigallery/...php?album=1680 grazie

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  • gabri
    replied
    vogliamo vedere anche seconda e terza, grazie

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  • krisu
    replied
















































    (vi sarebbe anche una seconda e terza parte... :-)

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  • krisu
    replied
    Una bacheca "Il Bello di Alagna" attende il visitatore, dopo aver completato il la salita in cabinovia fino a Pianalunga. Guardo il bello intorno a me...








    "Anche noi possiamo fare Alto Adige e il Trentino" esclama il giovane bacino per l'innevamento artificiale:


    Con gratitudine, lascio il "Bello di Alagna" alle spalle, e proseguo a piedi alle Bocchette delle Pisse, alla stazione intermedia della funivia, punto di sosta e di trasferimento di ogni freerider d'atri tempi, a quota 2400m. Ditemi, chi di voi non ha vissuto il tempo di allora, ante 2007?
    Noto che non c'è più la minima traccia della seggiovia Mullero.

    Dal 2007 la funivia per 30+1 persone è chiusa, da ormai 14 anni gli imponenti edifici in cemento con le loro strutture d'acciaio in arancione antiruggine provano difficoltà nel sapere cosa dovrebbero rappresentare ai nostri giorni. Qual è il loro ruolo oggi? Vogliono raccontare la loro storia, nobilmente e saggiamente come hanno fatto fin dall'inizio:

    Il proprietario degli estesi ex-impianti minerari di fronte ad Alagna, l'ingegner Giorgio Rolandi di Milano, inaugurò la funivia in tre tronchi fino a 3250 m ormai 56 anni fa, fù il giorno della festa dei lavoratori, il 1° maggio 1965. L'esperienza e i principi dei minatori sono ancora ben serviti dall'infrastruttura che rimane oggi: una costruzione estremamente robusta e assolutamente chiara, sia dal punto di vista tecnico che estetico, intessuta di un ingegno riflessivo che raramente si trova altrove.

    Ma voi stessi sapete già tutto questo. Per coloro che sono sempre stati curiosi di sapere cosa c'era dietro le poco mansuete sbarre, dietro i rivestimenti di legno, dietro i numerosi corridoi e porte, vie lascio un piacevole scorrimento della galleria fotografica sottostante. Forse qualche ricorso spunta? Fuoripista, funivia e cestovia: A Alagna quelle tre cose sembravano appartenersi inseparabilmente:

    Dopotutto, chi non l'ha memorizzato, l'alto sfondo del massiccio del Monte Rosa con di fronte il Piramide Vincent. E l'incredibile varietà di discese, che si estendevano attraverso innumerevoli configurazioni di dossi e valli, con i quasi 2000 metri di dislivello che non erano affatto un dolce regalo, ma bisognava meritarseli.

    Una o due discese del genere al giorno - ed era abbastanza per rendere felice lo sciatore desiderato. Grazie a tale fatto, la bassa capacità di trasporto della funivia infine era pienamente sufficiente, prima che tutto diventasse "Bello". Due giri al giorno bastavano.

    Così, scrollate, gente, scrollate.... attraverso il frastuono del grande generatore Iveco (sembra quasi nuovo, tra l'altro) che vi accompagnava durante la attese nella coda a volte prolungata nel piano di attesa. Le enormi finestre che guardano all'indietro nel grande panorama delle montagne. Il sollievo non appena "finalmente" 30 sciatori sono stati autorizzati a fluire nella cabina giunta. Il "bip" ogni volta che passavano attraverso il tornello. La tensione se il tornello si sarebbe chiuso proprio davanti a me. I gruppi si tagliavano. Il promemoria del vetturino di togliere i zaini all'interno della cabina ...


    Si parte:























































































    Last edited by krisu; 30-01-2022, 11:36.

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  • Ami
    replied
    Non sono d'accordo. Ci stressavamo anche una volta, e la mia famiglia negli anni fine '80 primi '90 si é data al fondo per questo. Poi le pelli di foca hanno fatto il resto.
    poi le discoteche hanno risolto le code (cit. Ex direttore funivie Mera).
    solo che quando ricordiamo "i bei vecchi tempi" sono - appunto - belli.
    più o meno é come quando i nostalgici parlano dei treni in orario negli anni del regime (cosa notoriamente falsa)

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  • Flober
    replied
    Nel 90 sono andato a courma, non mi ricordo quanto costava ma forse 50 mila lire non bastavano (e quando con 20000 sciavi al frais, percio presto fatto la proporzione), giornaliero acquistato alle 9,sulle piste alle 11.stessa cosa ad alagna(si pagava già per il monterosa ma si sciava solo ad Alagna). Perciò già una volta a sciare era caro, ma le codenon davano cosi fastidio.

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  • Ami
    replied
    Forse perché se pago 50€ di giornaliero preferisco sciare che stare in piedi schiacciato?

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  • Flober
    replied
    Già le code! Chissà perché oggi non le sopportiamo

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  • bifune67
    replied
    Anche a Macugnaga negli anni '70 era necessario avere il numero (un quadratino di cartone colorato con il numero della corsa, chiamata a voce con altoparlante portatile da corteo) per salire con la funivia dell'alpe Bill, nei periodi di punta come Natale e Carnevale. I numeri venivano distribuiti con l'acquisto del biglietto o la sera prima dopo la chiusura. Fino alle 12 si poteva salire solo una volta, anche se la pista per scendere c'era... Inutile dire che chi arrivava in giornata difficilmente saliva prima delle 11, e finiti i numeri vendevano solo il pomeridiano. Le scuole di sci avevano la loro dotazione di numeri per far salire gli allievi all'ora giusta. Inutile dire che sul secondo tronco, con due piste di riciclo, si ammassavano tutti ed era normale farsi anche più di un'ora di coda (precedenza ai maestri di sci con gli allievi). Ma erano tempi dove 15-20 minuti di coda agli skilift erano normali e farsi 10 discese in una giornata era già un record...

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  • Ami
    replied
    Farà concorrenza al Louvre

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  • Gianni
    replied
    Notizie "non ufficiali" davano un interessamento per la creazione una sorta di museo della montagna.

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  • Flober
    replied
    La seggiovia non arrivava dove arriva adesso. Era un po' più in basso e la scalinata era all esterno. Invece dalla balma l acceso era come indicato in foto. Almeno così mi ricordo.

    Il numero della corsa compariva su un oscermo, ma schermo di una volta è non dicitale, quello dove si vedono ruotare i numeri. Se non sbaglio i numeri non erano proprio progressivi ma si riusciva a capire dopo quanto si poteva salire.

    La cabina di indren lassù l unico suo futuro potrebbe essere un restauro, se tutto il complesso venisse trasformato in rifugio.

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  • bevobirra
    replied
    Ehh mi, comincio ad avere una certa età e la memoria.......

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  • ags820
    replied
    La scalinata è tra il piano funivie verso Zaroltu/Alagna e Indren che erano allo stesso livello (1P), e l'uscita della stazione (T)

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  • bevobirra
    replied
    Eppure io ricordo una scalinata, con almeno una giravolta, all'interno della stazione Bocchette.......

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  • davATW
    replied
    Grazie per le informazioni, non avevo mai visto una funivia dove davano un preciso scaglione di tempo per la salita.
    C'era un display per indicare la corsa o annunciavano a voce?

    Flober Da quello che ho visto girando intorno alla stazione, trascurando il fatto che il piano d'imbarco del 2° tronco è gradonato e quello del 3° è una rampa inclinata, i due sono alla stessa altezza (linea verde).
    Per chi arrivava invece dalla cestovia della Balma o dalla seggiovia da Pianalunga (linea azzurra) ci sarà sicuramente stato da attraversare la stazione e poi salire di un piano con una scala (freccia presunto ingresso) immagino faticoso con sci e scarponi:


    La gradinata in primo piano è a un livello sotto il piano di imbarco della seggiovia, quindi non credo fosse normalmente interessata da passaggio sciatori.
    Vista da monte:




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  • Paolo
    replied
    Curiosità :ma l altra cabina di indren è in cima a indren?
    Assolutamente assurdo che non sia stata calata a valle prima di togliere le funi

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  • Flober
    replied
    Forse la scalinata era chi arrivava dalla seggiovia. Forse mi sbaglio

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  • Ami
    replied
    In realtà a Bocchetta niente scalinata salvo il solito sbarco inclinato

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  • Ami
    replied
    Si .

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  • Flober
    replied
    A me sembrava una genialata. Anche perché altre funivie, tipo Courmayeur, non avevano questo stratagemma e c era comunque la coda.il vantaggio ad Alagna era che, comprato lo skipass, sapevi a che ora saresti salito e perciò potevi fare colazione.
    A bocchetta la coda era notevole, se non sbaglio c era anche una scalinata da fare, percio le 2 funivie non erano sullo stesso piano. Perciò coda è anche scomoda. Ma in più c era la seggiovia, che però arrivava qualche metro più in basso, perciò, se dopo un giro in seggiovia volevi salire a indren, dove scarpinare un po'.

    Curiosità :ma l altra cabina di indren è in cima a indren?

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  • Ami
    replied
    Ah notato ora che il biglietto era per Indren... ma succedeva anche ad Alagna. Comunque garantisco che i minuti erano 20 non 15

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  • Ami
    replied
    Nei tempi d'oro c'erano code epiche, quindi insieme al biglietto si riceveva il biglietto col numero della corsa. Ogni corsa Alagna - Zar Oltu era di 15 minuti, quindi la 19 fate voi... a Zar Oltu si cambiava cabina. Il cinema era alla Bocchetta perché la cabina per Indren non era più sincronizzata, richiedeva 20 minuti e nonostante portasse 30 persone (rispetto alle 25 delle prime 2 tratte) altra coda (anche perché faceva ricircolo sulla Balma).
    In quegli anni infatti abbiamo scoperto lo sci di fondo

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  • gabri
    replied
    io ho avuto occasione di prendere questa funivia storica (molti anni fa, penso verso gli inizi degli anni '90) però non ricordo proprio di questo particolare

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  • davATW
    replied
    Ero di passaggio a Bocchetta il 25 settembre 2021, posso confermare che la cabina del terzo tronco non è stata portata via ma è appoggiata sul fondo della fossa sinistra, con la sospensione smontata e posta dietro di lei.
    Il portone in legno verso monte ha qualche fessura e si vedeva attraverso, purtroppo non sono riuscito a fare foto di questo particolare.

    Tra le varie cose abbandonate per terra nei dintorni mi è caduta l'attenzione su questo, che sembra un vecchio biglietto sbiadito:


    Da esso sembra di capire che le corse fossero numerate, con un display da qualche parte per indicarle, e che occorresse prenotarsi per una corsa specifica.
    Io non ho mai avuto la fortuna di prendere la storica funivia, e nella monografia non ho notato indicatori numerati: qualcuno ha più informazioni?

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  • radiant
    replied
    Qualcuno ha delle foto della stazione intermedia a Zaroltu? Sono a conoscenza di pochissime, e nessuna di dettaglio. Ho solo vaghissimi ricordi di escursioni da bambino con mio padre.
    Esistono anche da qualche parte i progetti originali della linea?

    Leave a comment:

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