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GARESSIO Cestovia "Valle dei Castori" mai aperta al pubblico

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  • Andy
    Novicius (1)
    • Apr 2008
    • 42

    GARESSIO Cestovia "Valle dei Castori" mai aperta al pubblico

    La cabinovia non era Marchisio, ma era una Teletrasporti di Genova (ing. Gambaro) che importava materiali francesi, generalmente Montaz-Mautino.
    Alla vigilia della visita di ricognizione l'impianto venne bloccato da una causa intentata dal proprietario di gran parte dei terreni, conte Baldracco di Val Casotto, alla società che curava lo sviluppo dell'area.
    Parlando del versante Sud, le sciovie erano Poma, poi modificate con materiali Leitner, in una strana miscela impensabile al giorno d'oggi.
  • danielegualco
    Junior (2)
    • Nov 2004
    • 64
    • Genova

    #2
    La stazione di monte della cabinovia (ancora esistente e fatiscente) si trova poco sopra l'arrivo della seggiovia biposto, sulla vetta (se non erro) del Monte Berlino, da cui si gode un panorama a 360° spettacolare.

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    • Skywalker
      Veteran (9)
      • Jun 2004
      • 1610
      • Milano

      #3
      Vecchia cestovia Teletrasporti Genova a Garessio (CN)

      Allego due foto dalla gallery di Simolimo della vecchia cestovia Teletrasporti Genova che è presente ancora oggi a Garessio (CN) tristemente inghiottita dal bosco.


      Qualcuno conosce la sua storia?

      Comment


      • #4
        La linea è questa, in zona esistono ancora altri impianti, il sito è http://www.garessio2000.it

        Incredibile il grande numero di tracce nel bosco con solo 5 impianti

        Comment

        • Paolok2
          MODERATORE LOCALE
          • Mar 2004
          • 326
          • Genova

          #5
          Originally posted by Skywalker View Post

          Qualcuno conosce la sua storia?
          Poca storia, alquanto triste. Fu costruita a metà degli anni '60, come le altre due sciovie e l'albergo/bar/ristorante "Baita dei Castori" da un genovese, l'ingegner Pietrafaccia, ma non fu mai collaudata.
          Le stazioni sono "intonse", c'è tutto.

          saluti, paolo

          Comment


          • #6
            Incredibile, quindi non ha mai funzionato? Perchè?

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            • krisu
              MODERATORE LOCALE
              • Mar 2004
              • 1079
              • Innsbruck / Austria

              #7
              Grazie skywalker per avere trovato questo impianto!
              Mi mancava :-).
              Ma e sicuro che era proprio cestovia e non seggiovia monoposto? L'intervia mi pare un po stretta per una cestovia.
              Strani anche i piloni, tubolari come quelli della marchisio. Non mi risulta che la teletrasporti genova ne abbia costruiti altrove...

              Vicino alla stazione ci sono anche due skilift ad aste, sistema poma. Sono sempre li, anch'essi con la fune. Probabilmente l'unico skilift sistema poma tutt'ora esistente in Italia?
              Last edited by krisu; 20-06-2008, 01:39.

              Comment

              • Skywalker
                Veteran (9)
                • Jun 2004
                • 1610
                • Milano

                #8
                In effetti i piloni tubolari sono molto simili ai Marchisio, può darsi che la Teletrasporti si fosse ispirata alla concorrente torinese. Ricordo un altro impianto Teletrasporti con pali tubolari, la seggiovia Alpe di Limonetto a Limone Piemonte, costruita nel 1971.
                Eccola qui: http://www.funivie.org/pagine/specia...etto/index.php

                Comment

                • dany80
                  Senex (7)
                  • Jan 2004
                  • 896
                  • Prov.Treviso
                  • Gli impianti a fune svolgono un ruolo deteminante per l'economia turistica della montagna.

                  #9
                  http://www.montagnaonline.com/pm/pm1...Territorio.pdf
                  Valle dei Castori: un’offerta di neve perduta

                  La storia incredibile degli sforzi profusi da un imprenditore per realizzare una stazione montana a pochi chilometri da Genova, da cui traspare un senso di profonda amarezza dovuta ai mille ostacoli incontrati. E dal rimpianto di non essere riuscito nell’intento di realizzare un progetto turistico, oggi alla deriva, dal quale gli entroterra liguri, al confine col Piemonte, avrebbero tratto grande profitto.
                  Se nel leggerla, così come riportata, qualcuno avesse delle obiezioni, si faccia avanti, che la nostra rivista è pronta ad accoglierle.

                  Nel lontano 1960, l’ingegner Manlio Pietrafraccia, noto professionista, sportivo, aviatore, gentleman ligure, abbracciò con lo sguardo il Colle di Casotto sentendosi avvinto, colpito e rapito.
                  Da sciatore e imprenditore proiettò una “futura piccola Sestriere” a meno di due ore da Genova. Occasione da non perdere, cre- ando un valido centro sciistico a portata di mano per liguri e pie- montesi del Sud-Ovest, benefi- ciandoli delle più grandi distanze soliti percorrere sospinti dall’amore per la montagna.
                  Già si parlava del progetto di un traforo nel retroterra albenghese, che avrebbe, ancor più abbreviato l’approccio dal mare alla provincia di Cuneo, al comune di Garessio, alle pendici innevate sul Colle di Casotto, agli sport bianchi in in- verno e tanta verde montagna tutto l’anno. Salubre di per sé, dove scaturisce la limpida minerale della Fonte San Bernardo!
                  Come nel suo stile, Pietrafraccia si dedicò con entusiasmo alla realizzazione del progetto futuro, teso allo sviluppo turistico della zona, con opportunità d’immigrazione costruttiva, difendendola dal de- grado dell’abbandono. Ovviamente non essendo un santo, anche nell’interesse dell’impresa. Lo affascinava la prospettiva di tra- sformare un terreno indicato, in ter- mini socioeconomici, come depresso, in un centro bistagionale di sport a buon livello, in grado di attrarre importanti flussi di sciatori, alpinisti, turisti, vacanzieri ed escursionisti.
                  Manlio Pietrafraccia intese bru- ciare le tappe: nel 1961 fondò la società Le Querce, appositamente costituita. Il 20 novembre 1962 firmò un compromesso con il pro- prietario del versante Nord del Colle, tale Franco Baldracco, ver- sando dieci milioni di lire, per l’ac-
                  quisto di due ettari per le stazioni di partenza e arrivo degli impianti di risalita e oltre 500 ettari in ser- vitù d’uso per impianti e piste di sci, con l’impegno di realizzare il tutto in atto notarile entro l’anno 1963.
                  Diede, nel contempo, inizio all’atti- vità del costruendo centro con il ta- glio di alberi per la creazione delle piste sull’area sciabile, la progetta- zione di due skilift di maxi portata, e acquistò mezzi battipista (due gemellati Prinoth tra i primi in Ita- lia), uno sgombraneve bimotore con vomero e fresa F180 (della ditta Fresia, tra le novità di allora); costruì inoltre due centrali per la produzione della corrente elettrica mancante in zona, reclamizzan- done l’immagine.
                  Nell’anno 1964, concordemente con l’amministrazione comunale di Garessio, l’ingegner Bartolomeo Rosselli -per conto della società Le Querce- e i tecnici di Franco Bal- dracco, venne predisposto un piano regolatore per l’intero com- prensorio, definendo superfici edi- ficabili e pianificando le opere necessarie per il moderno centro sportivo.
                  Solo nel corso del 1965, già l’alba del giorno di attività, la società Le Querce venne a conoscenza che il compromesso sottoscritto da Bal- dracco nel 1962 era invalidato, in quanto la parte era inabilitata dalla consorte, sino dal 1957: cosa che i legali di parte, che lo avevano as- sistito e rappresentato nel corso della stesura, avevano taciuto. Nonostante ciò, la società Le Querce, nel 1966, comperava dal comune di Garessio, previe deli- bere di approvazione del consiglio comunale e della giunta provin- ciale amministrativa, una superfi- cie di 119 ettari sul versante Sud del Colle di Casotto, al fine di “edi- ficare il complesso organico e fun- zionale dell’intera zona”, sic in atto, garantendone l’edificabilità nel
                  nuovo PR. La società Le Querce con questo atto s’impegnava a realizzare, e realizzò, ulteriori impianti di risalita, un capiente ristorante da chiamare Baita dei Castori, un’area di par- cheggio su 5000 metri quadrati, oltre a un centro di pronto soc- corso, fornendo il tutto di adeguata energia elettrica, rete telefonica e migliorando -con un rettilineo di circa 200 metri- la tortuosa strada di accesso al Colle, sempre rico- perta da cumuli di neve.
                  In particolare, gli impianti costruiti dalla società Le Querce sui terreni alla stessa venduti con atto del no- taio Saguato nel 1966, di cui sopra, sono stati chiamati: “skilift dei castori”, “skilift della marmotta- Sud”, “skilift del cervo”, per una p/h di 1.200 pax; a questi si aggiun- geva la “telecabina della volpe”, che rappresentava il perno dell’in- tero complesso.
                  Partendo da quota 1.300, quest’ul- tima arrivava, con un dislivello di 588 m, ai 1.888 m di Cima Monte Berlino, per un percorso espressa- mente studiato sul crinale Nord/Sud del Colle di Casotto. E consentendo una grandiosa vi- suale, dal mar ligure a Monterosa e Cervino.
                  Telecabina andata mai in funzione per una serie di cause intentate alla società Le Querce, che hanno impe- dito la funzionalità dell’intero com- plesso di Valle dei Castori, il cui valore era di oltre 1 miliardo di lire.
                  La vigilia di ferragosto 1966, alla presenza dell’arcivescovo di Mon- dovì monsignor Maccari, dell’ono- revole Sarti, sottosegretario al turismo, e del sindaco di Garessio, professor Amedeo, veniva posta la prima pietra, con pergamena de- stinata ai posteri.
                  In contemporaneità delle trattative con Baldracco e il comune di Ga- ressio, la società Le Querce, allo scopo di migliorare la ricettività tu- ristica di Garessio, acquistò, nel
                  1964, dalla società Metzer l’edificio del Grand Hotel Miramonti, ubicato nel centro dell’abitato, sebbene gravemente danneggiato a seguito degli eventi bellici.
                  Nel costo dell’immobile e relativo atto notarile erano compresi i diritti gravanti sull’edificio nonché il di- ritto al contributo governativo spet- tante all’acquirente impegnato al ripristino, a norma delle leggi 322 e 968 di allora. Contributo nell’or- dine del 60% del costo della rico- struzione dell’immobile a condizioni commercialmente va- lide.
                  Ebbene, incredibilmente, quando la società Le Querce presentò al genio civile la pratica per ottenere il previsto contributo con l’allegato –l’intero progetto per la ristruttura- zione del Grande Hotel Miramonti- la risposta è stata: “Non accettabile in quanto la società. Metzer aveva già ottenuto l’indennizzo in alter- nativa al contributo”!
                  Cosa non denunciata in atto! Non solo, ma quando la società Le Querce presentò, nel 1978, un nuovo progetto al comune per la ri- strutturazione del Miramonti con cambio di destinazione d’uso, la ri- sposta è stata: “impossibile, in quanto sull’immobile grava un vin- colo alberghiero per un mutuo cin- quantennale scadente nel 1980”! E non denunciato sempre nell’atto del 1964!
                  La ristrutturazione del Miramonti si arenò definitivamente nel 1986 quando, a seguito di una nuova approvazione del progetto di ri- strutturazione comprendente 78 appartamenti in un parco di oltre 15 mila metri quadrati e tutti attrez- zati con cantine e posto macchina, il comune, in data 13 giugno 1986, chiese alla società Le Querce di poter installare, sul tetto del Mira- monti, un ripetitore televisivo ad uso dei tanti anziani residenti; non solo, ma “garantendo la società di non causare danni al fabbricato, in particolare al tetto, nonché a organizzare un controllo di prevenzione e sorveglianza contro eventuali in- trusi”. Cosí la richiesta del comune, alla quale la società diede immediato benestare il 20 giugno 1986.
                  A causa di un incendio ad opera di ignoti, il tetto del Miramonti, co- struito con strutture portanti di travi in legno, è andato completamente distrutto, danneggiando anche l’intera struttura.
                  L’ingegner Pietrafraccia, imprenditore dinamico, professionista esperto, non si diede per vinto ne- anche quando alla società Le Querce, che da oltre sedici anni dall’atto di acquisto dei terreni avvenuto nel 1966, aveva sugli stessi effettuati enormi investimenti per la creazione del centro di Valle dei Castori, venne comunicato che tale atto era nullo, in quanto riferiva ad un’area demaniale di uso civico, e quindi invendibile.
                  Di conseguenza, la società acquirente, nonostante l’adempimento di tutti gli obblighi previsti nell’atto notarile del 1966 con il comune di Garessio, era tenuta a restituire l’area con tutte le opere edificate del valore di oltre 2 miliardi di lire. Tali valutati dal perito della regione, che dispose l’annullamento dell’atto.
                  Inoltre, l’area edificabile, prevista negli atti programmati dalla società Le Querce al comune di Garessio, fin dal 1964, sulle pendici Sud del Colle di Casotto, non era mai stata inserita, in piena violazione contrattuale nel piano PR.
                  Di conseguenza, con provvedimento arbitrario, unilaterale e senza preventivi accordi con l’inte- ressata controparte, il comune aveva trasferito, nell’anno 1983 - ossia un anno dopo l’avvenuta dichiarazione della nullità dell’Atto 1966- l’area edificabile per Le Querce dalle pendici del Colle in una conca di fondovalle. Assolutamente inidonea perché affossata, stracolma di neve ventata, franosa e quindi completamente inadatta, oltre che la situazione orografica del terreno sconsigliasse di costruire in detta posizione!
                  Di fatto, la campagna per distruggere l’offerta di turismo nella zona è stata implacabile, ma la guerra non è ancora terminata in quanto, nel dicembre dello scorso anno, è subentrato un nuovo, gravissimo elemento di condanna per il comune di Garessio e relativa gestione del turismo di pubblica utilità.
                  Infatti, ai primi di dicembre del 2008, il comune di Garessio ha provveduto a demolire ben tre impianti skilift nominati dei Castori, della Marmotta e del Cervo, che erano stati eserciti dalla società Le Querce fino dal 1966. Quali i più idonei alle masse di sciatori, in quanto su piste facili e ben esposte a Sud del complesso di Valle dei Castori, studiato da esperti.
                  La brutale demolizione è avvenuta senza tener in conto la dovuta pos- sibilità della loro rimessa in funzione, non certo a carico della società Le Querce, non più proprietaria dei terreni, ma certamente da parte del comune, usufruendo dei contributi dallo stesso richiesti alla regione, ma soprattutto nell’inte-resse del turismo locale che è cosí privato di possibilità sciatorie per oltre 1.200 persone/ora e su piste già predisposte.
                  La battaglia per tante inadem- pienze è cosí sui tavoli del tribunale, nella speranza che la giustizia compia il suo corso, per chiarire le responsabilità in quest’incredibile vicenda, la cui prima vittima è un progetto turistico potenzialmente qualificata e qualificante, nato con largo anticipo 1962, dal quale si ritiene avrebbero potuto scaturire benefici allargati al territorio e ai suoi montanari.
                  Last edited by piri229; 08-04-2010, 01:53.

                  Comment

                  • Paolok2
                    MODERATORE LOCALE
                    • Mar 2004
                    • 326
                    • Genova

                    #10
                    Prossima demolizione struttura stazione di monte

                    http://www.servizipubblicaamministra...&CE=cmlttnr238

                    saluti, Paolo

                    Comment


                    • #11
                      Tipica storia italiota di un fallimento decretato dalla burocrazia e dall'impossibilità di vedere oltre il proprio naso...chissà ora che sviluppo hanno avuto boicottando questo progetto...

                      Comment

                      • Jac88
                        Sapiens (5)
                        • Sep 2009
                        • 381
                        • Roccavione

                        #12
                        Attualmente dell'originale impianto rimangono la stazione di valle completa, alcuni sostegni di linea e la stazione di monte in cattivo stato di manutenzione (da demolire). Invece risultano demoliti i primi 2 sostegni e verso metà linea circa 3-4 sostegni rimossi e 2 abbattuti a terra in prossimità della pista "Primo Sole". Vedere tale situazione fa tanta rabbia... un'occasione perduta.

                        Comment

                        • Jac88
                          Sapiens (5)
                          • Sep 2009
                          • 381
                          • Roccavione

                          #13
                          E' mancato in queste ore l'ideatore di Garessio 2000 nonchè proprietario della cestovia in oggetto.

                          http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/...a_manlio.shtml

                          http://www.club3g.it/index.php?id=valle-castori

                          Comment

                          • francesco snow
                            Novicius (1)
                            • Jan 2011
                            • 12

                            #14
                            leggo ora questo interessante thread su Garessio....si sa qualcosa sulla situazione della seggiovia?

                            Comment

                            • Jac88
                              Sapiens (5)
                              • Sep 2009
                              • 381
                              • Roccavione

                              #15
                              Tutto fermo per ora... l'impianto è stato oggetto di atti vandalici, nello specifico di furto di rame. Furto che ne ha compromesso quasi tutto l'azionamento.
                              Gli impianti nella stagione 2016-2017 sono rimasti chiusi.

                              Comment


                              • #16
                                Era da immaginarlo... ormai è una piaga questo problema

                                Comment

                                • Jac88
                                  Sapiens (5)
                                  • Sep 2009
                                  • 381
                                  • Roccavione

                                  #17
                                  Se ne è parlato ieri sera a Striscia la notizia.

                                  http://www.striscialanotizia.mediase...o-_28156.shtml

                                  Comment

                                  • Flober
                                    Utente sospeso
                                    • Nov 2007
                                    • 2261

                                    #20
                                    che c entra questo link con la secchiovia valle dei castori?

                                    - - - Aggiornato - - -

                                    come mai chi ha costruito questa struttura ha potuto lasciarla in piedi fino ad oggi in questo contesto?
                                    a 2000 e passa metri in un contesto di montagna, vicino ad un parco, è possibile tenere tanti anni una costruzione mai usata?

                                    Comment

                                    • 2000
                                      Habilis (4)
                                      • Apr 2019
                                      • 262
                                      • Cuneo

                                      #21
                                      Notizie sulla demolizione della stazione di monte della cestovia?

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                                      • Flober
                                        Utente sospeso
                                        • Nov 2007
                                        • 2261

                                        #22
                                        io so che ha vinto una gara e saranno stanziati soldi per il suo smaltimento

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                                        • Flober
                                          Utente sospeso
                                          • Nov 2007
                                          • 2261

                                          #23
                                          La stazione di monte è sempre allo stesso posto e nelle stesse condizioni. È in, piedi anche l ultimo palo a portale e qualche palo qua e là.
                                          Pochi metri sopra l arrivo Dell ultimo skilift aperto questi giorni al lato della pista(chiusa perché irraggiungibile allo stato attuale in quanto la seggiovia è chiusa) è presente un palo abattuto con la rulliera da un lato e completamente staccata.

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